40 anni di carriera e non sentirli affatto. Piero Pelù festeggia questo traguardo con il nuovo album, Pugili fragili, e a pochi giorni dall’uscita è già al 6 posto della Italian iTunes Charts
Se ascoltate il nuovo album da solista di Piero Pelù aspettandovi di sentire i Litfiba che furono, vi dico già che potreste rimanere davvero delusi. L’esibizione sanremese (la prima in assoluto in 40 anni di carriera) mi aveva davvero stupito: un’ energia senza pari, voce cupa e vibrante, una canzone orecchiabile che mi è subito entrata in testa.
Lo hanno definito un animale da palcoscenico, proprio per sottolineare che, quando canta dal vivo, Piero ti trasmette più di quello che ti aspetti. Ed è proprio questa la formula del suo successo, accompagnata da una perenne voglia di cambiare pelle. E questa trasformazione la si avverte già dalla copertina: le braccia sono tatuate con squame di serpente, pronto all’ennesimo cambio di pelle.
Bene. Tutta questa premessa è per spiegarvi che al primo ascolto l’album lo detesterete. Sul serio. Un calderone di temi (ecologia, avere vent’anni, violenza di genere, razzismo) e una commistione di generi che cozzano tra loro (elettronica e classic rock). Ma l’intento di Pelù era proprio questo: toccare tutti i generi musicali della carriera dei Litfiba, mescolarli e creare delle canzoni che potessero arrivare a tutti. Il risultato è che si ha l’impressione che per far contento il pubblico Piero Pelù si sia un po’ troppo commercializzato. Sta di fatto che su 10 canzoni a me ne sono piaciute due: Nata Libera – testo bellissimo e atmosfere dark- e Canicola – batteria incalzante e ritmo trascinante.
Al secondo ascolto noterete citazioni tra il sacro e il profano (Cecco Angiolieri, De Chirico e Ozzy Osbourne), vi accorgerete che ci sono delle parti cantate in stile Fabrizio De André e vi direte che tutto sommato la collaborazione con Andrea Appino in Fossi foco non è per niente male.
Al terzo ascolto inizierete a canticchiarle più o meno tutte, ma continuerete a evitare Luna nuda, perché ascoltarla una volta è anche troppo.
Nel desolante panorama della scena rock italiana Piero Pelù è sicuramente un faro, ma con Pugili fragili ho l’impressione che non si vada in nessuna direzione particolare. La carriera solista del ragazzaccio fiorentino sicuramente non è ai livelli di quella del suo passato con i Litfiba, ma sarebbe anche anacronistico pretendere di raccontare la realtà di oggi con gli occhi e le orecchie di ieri. Scordatevi la complessità dei testi di una volta, dimenticatevi la chitarra di Ghigo (sigh!), concentratevi solo su quello che state ascoltando. Piero Pelù a 58 anni è finalmente libero di essere se stesso, cantare quello che gli pare e ripulire le spiagge italiane dalla plastica con il sottofondo di Picnic all’inferno.
Tracce:
1. Picnic all’ inferno
2. Gigante
3.Ferro caldo
4.Pugili fragili
5.Luna nuda
6.Cuore matto (cover di Sanremo)
7.Nata libera
8.Fossi foco
9.Stereo santo
10.Canicola
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